Alla c.a.
Del Sindaco di Arezzo
Alessandro Ghinelli
Dell’Assessore alle Opere pubbliche, Manutenzione, Mobilità e traffico
Gianfrancesco Gamurrini
Dell’Assessore all’Ambiente e Urbanistica
Marco Sacchetti
E p. c.
Al Consiglio Comunale di Arezzo
Agli Organi di stampa e di informazione
Oggetto: Richiesta di riflessione e confronto sul futuro dei Giardini del Porcinai e sulla funzione ambientale e sociale degli spazi verdi urbani ad Arezzo.
Gentile Sindaco e gentili Assessori
Apprendiamo attraverso la stampa che nei prossimi mesi avranno avvio importanti interventi di ristrutturazione in una delle aree verdi storiche più rilevanti del centro della nostra città, i giardini del Porcinai, con la finalità di riqualificare questa opera e migliorare la fruibilità, la sicurezza e la vivibilità di tutta l’area nel suo complesso.
Dagli elaborati che abbiamo potuto visionare ci sembra che il progetto intenda “restaurare” (o meglio “ripristinare”) le proposte che l’architetto paesaggista Porcinai avanzò negli anni ’30: un’aiuola erbosa con cordonature lungo gli attuali viali Michelangelo e Piero della Francesca e una bordura di alberi per rimarcare il tracciato dell’arteria viaria e delimitare il park-line, primo esempio di parco lineare esterno alle mura. Per fare questo si prevede di abbattere i 72 lecci quasi centenari per sostituirli con 35 tigli americani.
Legambiente esprime forte preoccupazione e contrarietà rispetto a tale progetto che rischia di avere conseguenze pesanti, strutturali e permanenti, sull’estetica, la fruibilità e la qualità della vita in un’area densamente popolata e fortemente congestionata dal traffico.
Premesso che la sostituzione dei lecci con i tigli non corrisponde esattamente a quanto lo stesso Porcinai aveva felicemente previsto con la realizzazione del park-line (parco-strada), segnato da una cortina arborea sempreverde e non da essenze a foglia caduca, la riqualificazione di questa opera crediamo non possa prescindere da una ricontestualizzazione della stessa nella realtà urbana, ambientale e socio-culturale oggi presente e riteniamo che questo possa essere effettuato rispettando comunque il disegno e la struttura architettonica originaria.
Nei quasi novant’anni trascorsi dall’impianto, i lecci sono cresciuti e divenuti un significativo polmone e filtro verde, ma con essi sono cresciuti anche gli edifici circostanti e, in maniera abnorme, il traffico veicolare. Piazza della stazione, infatti, risulta, da dati Arpat, superare i limiti delle polveri sottili per numerosi giorni all’anno e viale Michelangelo l’asse viario con il massimo flusso di autoveicoli al giorno e non più la passeggiata semipedonale che ben raccontano le foto storiche dell’epoca.
I cambiamenti climatici sono divenuti ormai un dato di fatto di cui ogni cittadino conosce gli effetti e i disagi sempre più frequenti soprattutto nelle aree urbane, sotto forma di eventi meteorologici estremi come tempeste di vento, picchi di calore ecc.
Alla luce di questo contesto fortemente mutato crediamo che:
- L’abbattimento di piante secolari come i lecci di viale Michelangelo e viale Piero della Francesca, oltre ad una grave offesa di tipo storico/culturale, comporti un danno ambientale e per la salute dei cittadini troppo elevato, poiché per almeno trent’anni verrebbe meno la funzione di assorbimento CO2, di filtro degli inquinanti atmosferici, di barriera del rumore e di mitigazione dell’isola di calore che purtroppo incombe nel centro urbano. In prossimità di parchi urbani la temperatura risulta inferiore anche di 1°C. In relazione a questo crediamo anche che non sia rilevante la discussione sulla tipologia di specie arborea da impiantare nel nuovo progetto, poiché nessun reimpianto può compensare il valore ambientale della biomassa attualmente presente e i decenni necessari a ripristinare piante di dimensioni ad essa paragonabili.
- Il ruolo delle città sia fondamentale nel contrasto e nella mitigazione dei cambiamenti climatici e la funzione delle infrastrutture verdi urbane sia strategica. Crediamo pertanto che Arezzo possa e debba essere a tutti gli effetti un esempio di città resiliente anche attraverso una buona progettazione e gestione del verde urbano.
- La riqualificazione e il rilancio in termini di fruizione di un’area come quella dei giardini del Porcinai non possa prescindere da un ripensamento e una riprogettazione complessiva, a partire dalle funzioni che in quest’area insistono. Crediamo non sia possibile operare una vera riqualificazione affrontando solo gli aspetti estetici e non gli elementi di degrado rilevante e pericolosità rappresentati dai flussi di traffico di viale Michelangelo e viale Piero della Francesca: non è certamente desiderabile passeggiare, fare acquisti o giocare ai margini di una arteria a veloce e intenso scorrimento di macchine. La maggiore illuminazione data dalla piantumazione di nuovi alberi a foglia caduca non sarà certamente garanzia di rinnovata fruizione e maggiore sicurezza sociale, ma piuttosto ulteriore motivo di scarsa frequentazione per la mancanza di refrigerio e ombra naturale.
- Il progetto vada attentamente rivisto anche in relazione ad altri aspetti di sostenibilità ambientale, come quello connesso alla realizzazione di ampi spazi a prato che presentano elevate esigenze idriche e di manutenzione.
In ragione delle considerazioni sopra esposte Legambiente chiede all’Amministrazione comunale che
- L’intervento di riqualificazione dei giardini del Porcinai venga rivisto ed effettuato senza il taglio degli alberi esistenti e all’insegna di un bilancio ambientale che valorizzi le risorse già esistenti
- Si prevedano momenti di partecipazione rivolti a tutti i portatori di interesse per definire interventi di riqualificazione efficace per l’area in oggetto
- Si apra un tavolo confronto per la complessiva pianificazione, progettazione di nuove infrastrutture verdi e la gestione di quelle esistenti al fine di contrastare e mitigare i cambiamenti climatici in atto, valorizzarne la funzione socio-culturale, accrescere la salute e il benessere dei cittadini.
In attesa di riscontri, siamo a disposizione per qualunque confronto e chiarimento.
Cordiali saluti
Arezzo, 28 giugno 2018